Flight Feathers S1E1| Broken Butterfly | Planet 3048

“Broken Butterfly” sono la prima band a partecipare a “Flight Feathers“.

Li abbiamo conosciuti nel giugno 2022 durante una loro esibizione acustica in un piccolo club milanese e ci hanno colpito sin dal primo istante. Proprio mentre ascoltavo dal vivo la loro “Life is Strange“, la lacrima di commozione che si fece strada sul mio volto fece scoccare la scintilla.
Greta Cattaneo – voce
Riccardo Prestinoni – basso, cori
Alessandro Berra – chitarra, cori
Mirko Colombo – tastiere
Alessia Leva – batteria
Il loro sound si affaccia all’Alternative Rock americano e non disdegna l’infilarsi tra i meandri delle tante contaminazioni dalle quali trae carattere.

La band, come tutti gli esseri cresciuti in ambienti musicali difficili, possiede delle spiccate doti camaleontiche che la rendono capace di trasformarsi in una formidabile ensemble acustica. Quando Alessia imbraccia il cajon e si tuffa a paleggiare con i riff di basso e chitarra, il groove che ne scaturisce non fa certo rimpiangere la formazione elettrica.

Per la loro sessione a “Flight Feathers” i Broken Butterfly hanno deciso di realizzare il brano “Planet 3048“; si tratta del primo brano di musica originale composto dalla band, un po’ per gioco e un po’ per esperimento ed al quale sono rimasti molto affezionati.
Le registrazioni presso Hell’s Kitchen Music Lab sono iniziate con una ripresa live delle fondamenta ritmiche. Con una sola passata abbiamo portato a compimento basso, batteria e la prima linea di chitarra.
Alessia si presenta con un maglione con scritto “essentials” come a volerci ricordare dove giace la bellezza. Suona con la semplicità dei classici del rock e ne fa riassaporare il groove potente e compatto.
Subito dopo, in rapida successione Alessandro ha registrato tutte le parti di chitarra. Ad ogni singolo overdub usciva un mare di fantasia che mi è stato difficile contenere(da chitarrista non potevo che incitarlo in questo godimento). Finita l’estasi a 6 corde, era giunta l’ora di scegliere l’esecuzione che più ci rendeva felici, mettere in ordine il materiale e lasciar decantare il mix.

La seconda parte delle registrazioni è iniziata con le riprese della voce di Greta che dopo aver affrontato le takes “ordinarie” con precisione e professionalità ha sfoderato, nei cori e nelle seconde voci, un anima blues che ci ha lasciato a bocca aperta.

A Mirko, ultimo nella tabella di registrazione, è toccato l’onere di fare da legante nelle trame del brano. Materializzatosi in Hell’s Kitchen un po’ trafelato, si è ricongiunto con i suoi tasti e ha saputo riorganizzare la propria partitura evitando di mettere mani e piedi in faccia ai propri compagni. Il risultato, ripreso da una singola take di organo dall’inizio alla fine del brano, a mio parere valorizza la canzone ed il lavoro di tutti. Le parti di sintetizzatore dal canto loro sono inoltre fortemente evocative dell’ambientazione.

Per finire si parla sempre del bassista, un elemento al quale sovente si da poca importanza. Nei “Broken Butterfly”, Riccardo è un motore musicale ed organizzativo. Fa le cose come un bassista deve saper fare, risultando sempre presente e consapevole. Canta inoltre, insieme al compagno Alessandro tutti i cori di “Planet 3048”, e si prende la briga di ritagliarsi nel brano lo spazio per uno scream degno dei Limp Bizkit. Quando parte il suo slap, a metà del brano, tutto prende una energia nuova.

In definitiva, ci siamo goduti questo giro nello spazio accompagnato dalle note di un rock alternativo che sa coniugare uno sguardo nel passato ad uno slancio nel futuro, facendoti sentire a casa senza essere fermo.

Grazie ai Broken Butterfly per questa esperienza meravigliosa. Non possiamo che augurare, a questa prima piuma, altro che volare in alto, forse sino allo spazio, e rimanere in aria per donarci tanto rock.

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